E se fossimo tutti carenti di potassio? Diversi studi dimostrano che oramai da anni un eccesso di sodio dovuta alla cattiva alimentazione può avere conseguenze negative sulla salute. Tuttavia, si tende spesso a sottovalutare l’importanza del potassio (K+) e del suo ruolo per l’organismo. In media, il rapporto tra sodio e potassio negli adulti e ben lontano dai valori auspicabili, al punto che si potrebbe quasi dire che al giorno d’oggi siamo tutti carenti di potassio. Dal punto di vista alimentare, un Nutrizionista specializzato in composizione corporea potrebbe suggerire l’integrazione mediante un’alimentazione coadiuvante al riequilibrio del rapporto tra sodio e potassio.
Eccesso di sodio: quanto conta il consumo di sale sulla salute
In Svizzera, come nel resto dell’Europa, diversi osservatori epidemiologici stimano ogni anno un consumo medio di sale che va da 8 a 12 gr. al giorno, decisamente in eccesso secondo tutte le principali organizzazioni mondiali addette al controllo della salute. Infatti, secondo il Documento sulla strategia per la riduzione del consumo di sale da cucina redatto dal Dipartimento Federale della Sanità pubblica della Confederazione Svizzera, l’apporto consigliato in età adulta è di 550 mg per il sodio, dunque circa 1,5 g di sale da cucina al giorno (DACH 2008).
Tuttavia, oggi il consumo quotidiano di sale in Svizzera e in altri Paesi europei è ben più elevato, al punto che nella valutazione del rischio assumono un ruolo di primo piano i pericoli associati a questo apporto sproporzionato di sale.
Nello studio su dieta, nutrizione e prevenzione di malattie croniche condotto nel 2003 su incarico dell’OMS è stata esaminata e valutata la rilevanza di oltre 50 fattori alimentari per l’insorgenza e il decorso delle principali malattie dipendenti dall’alimentazione. Prove convincenti hanno classificato un elevato consumo di sale da cucina come fattore di rischio di malattie cardiovascolari e, sulla base dei dati raccolti, gli esperti hanno raccomandato di ridurre il consumo medio da parte della popolazione a 5 g a testa al giorno.
Tra le conseguenze derivate dall’uso eccessivo di sale si riscontrano forme di ipertensione arteriosa e malattie cardiovascolari. Così come emerso durante la conferenza dell’OMS sulla riduzione dell’assunzione di sale da parte della popolazione (Reducing Salt intake in Populations, 2006) e in altre pubblicazioni (He and MacGregor, 2008; Hooper et al., 2009; Strazzullo et al., 2009; Bibbins-Dornivo et al.,2010; Taylor et al., 2012).
Inoltre, stando al secondo rapporto degli esperti del Fondo mondiale per la ricerca sul cancro (World Cancer Research Fund, WCRF) e dell’Istituto americano per la ricerca sul cancro (American Institute for Cancer Research, 2012) esistono prove convincenti sulla correlazione tra sale o derrate alimentari conservate con sale e il rischio di cancro allo stomaco.
Anche il rapporto della COFA del 2004 giunse alla conclusione che un elevato consumo di sale può avere conseguenze negative sulla salute, soprattutto perché aumenta la pressione arteriosa, in particolare nelle fasce di popolazione a rischio, come le persone anziane, in sovrappeso, ipertese o sensibili al sale.
Poiché è complicato determinare con metodi clinicamente replicabili la sensibilità individuale al sale in riferimento alla pressione arteriosa, appare più opportuno ricorrere a strategie mirate alla riduzione dell’apporto di sale da cucina nella popolazione in generale.
Ruolo del potassio
Secondo un articolo pubblicato già nel lontano 1985 dal The new England of Medicine, dal titolo “Paleolithic Nutrition” i nostri antichi antenati ingerivano quotidianamente circa 11gr. di potassio e solo 700 mg di sodio. Ovvero con un rapporto di 16:1.
Oggi per varie ragioni, non da ultimo le nuove tecniche agronomiche che velocizzano e rendono più a buon mercato i raccolti, ci hanno spinto verso un triste primato, un rapporto completamente disfunzionale tra potassio e sodio quasi 1:2.
Fino a qualche anno fa si tendeva a incriminare l’eccesso di sodio quale fattore fondamentale capace di aumentare la ritenzione idrica del corpo e influenzare negativamente la pressione alzandola.
In realtà negli ultimi anni molti sudi hanno dimostrato che non è solo la quantità di sodio ingerito il fattore determinante sulla salute umana, bensì il rapporto tra sodio e potassio che si allontana sempre di più da quello ideale, ovvero 6:1.
Rapporto tra sodio e potassio
Il rapporto tra potassio e sodio influenza non soltanto la pressione sanguinea, ma determina qualcosa di molto più importante, ovvero la composizione della matrice extracellulare. Si ritiene che la matrice extracellulare sia il cervello di tutte le cellule, che sia in altre parole in grado di determinare la sorte di ogni singola cellula del corpo.
Una matrice extracellulare correttamente strutturata garantisce la salute dell’intero organismo. Al contrario, una disfunzione della stessa porterebbe ad un aumento della probabilità di sviluppare patologie, spesso correlate ad una individuale suscettibilità genetica.
Contemporaneamente, bisogna notare che l’aumento della pressione per carenza di potassio in soggetti che soffrono di ipertensione, senza osservare alcun effetto collaterale, né a carico dei reni né in altri organi, fu dimostrata la prima volta in una meta-analisi del 2013 condotta dalla British Medical Association.
Di recente, il The Journal of Clinical Hypertension, la rivista ufficiale della Hypertension League, ha pubblicato i dati estrapolati da uno studio condotto su oltre 5’000 adolescenti Statunitensi durante il National Health and Nutrition Examination Survey, condotto dal 1999 al 2012. Dai risultati emerge che un rapporto tra sodio e potassio con valore maggiore o uguale a 2.5 rappresenta una maggiore esposizione al rischio di aumentodella pressione sistolica.
Riduzione del sale e integrazione del potassio
Uno degli obiettivi dell’Unione Europea è quello di ridurre il consumo di sale nella popolazione in generale di almeno il 16% in 4 anni (4% all’anno), pur considerando le differenti situazioni di partenza nei Paesi membri.
Purtroppo i risultati sono spesso deludenti; a livello nazionale ognuno dei membri dovrebbe impegnarsi a mettere in pratica delle azioni strategiche per definire la situazione nazionale ed applicare una serie di protocolli per l’incoraggiamento ad un’alimentazione e ad uno stile di vita più sano. Contemporaneamente, in collaborazione con l’industria, gli Stati dovrebbero incentivare la riformulazione delle derrate alimentari.
Per comprendere quanto possa essere eterogenea la situazione di partenza rispetto al consumo medio di sale e potassio, basta guardare il grafico sottostante che mostra la situazione in Italia divisa per regioni.
Il grafico mostra i risultati dell’analisi dei consumi medi si sale e potassio negli adulti in Italia, individuati regione per regione ed evidenzia una situazione tutt’altro che omogenea.
Inoltre, una seria e ben documentata meta-analisi di 9.059 studi ha potuto dimostrare che una corretta integrazione di potassio può essere ritenuta sicura e con effetto modesto, ma significativo sul miglioramento della pressione arteriosa. Lo studio inerente alla supplementazione di potassio è stato pubblicato nel mese di aprile 2017 su PLOS one, nota rivista scientifica online.
Alimentazione: i cibi funzionali per il rapporto Potassio:Sodio
È giusto ricordare che un profilo alimentare ricco di alimenti processati e acidificanti può facilitare un disequilibrio tra Potassio/Sodio e indurre uno spostamento del Potassio fuori dalle cellule, creando molteplici sintomi vaghi aspecifici.
Tuttavia, per correggere alla base una situazione del genere occorre diminuire l’assunzione di sodio con l’alimentazione, che abbiamo potuto constatare non essere semplice, o integrare il Potassio con metodologie che possano facilitarne l’entrata all’interno della cellula, come ad es. l’uso di bicarbonato, da sempre stato consigliato come terapia anche nei casi iperpotassiemia, vista la sua capacità di diminuire il potassio extracellulare e aumentare quello intracellulare.
Sebbene non ancora tutti i medici abbiano avuto modo di accedere a queste nuove informazioni e di conseguenza preferiscono mantenere una posizione prudenziale a riguardo, diversi studi hanno confermato che una corretta integrazione di Potassio (K+) di 2-4 gr. al giorno, sia sicura, non potendo influenzare negativamente il battito del cuore ne alterazioni degli impulsi elettrici cardiaci. Non a caso, diversi Nutrizionisti specializzati in composizione corporea consigliano oggi infatti un’implementazione di potassio per ripristinare il giusto equilibrio tra potassio e sodio.
A tale proposito, per migliorare questo parametro estremamente importante per mantenere in salute il nostro organismo, abbiamo lavorato a stretto contatto con la società Swiss Natural Med su formulazioni specifiche di potassio che possano garantire un assorbimento all’interno delle cellule, al fine di ritrovare un giusto rapporto tra sodio e potassio, in completa sicurezza.
Approfondimenti sul bicarbonato di potassio: https://swissnaturalmed.ch/shop/powerday/